Buondì, Writers! Si giunge anche per il 2025 all’articolo conclusivo dell’anno, e posso dire di essere super entusiasta di questa condivisione! Nel 2024 avevo chiuso con una nota molto critica e la mia accanita recensione di Life Is Strange: Double Exposure. Quest’anno, invece, sono più sentimentale, e voglio dedicare quest’ultima riflessione a un tema che mi appassiona tantissimo: le fanfiction. Oltre ad argomentare i vari motivi per cui al pubblico piace fruirne (o produrle), come si intuisce dal titolo, ho voglia di fare un’immersione – seppur in sintesi – nell’essenza della fanfiction stessa: che cos’è, come può svilupparsi, quali sono le principali tendenze, i siti più in voga al momento (e quelli che invece hanno fatto la storia)… Insomma, questo vuole essere un veloce manuale di istruzioni per addentrarsi nel mondo della fanfiction se si è nuovi, oppure per rivivere alcuni ricordi con nostalgia e argomentare le tendenze attuali se già se ne fa parte. Vi anticipo che in fondo all’articolo trovate anche una piccola bibliografia che ho consultato per riportare alcune informazioni con più precisione: vi consiglio caldamente la lettura se avete voglia di approfondire! Ma ora bando alle ciance, chiudiamo con questa premessa e partiamo.
Introduzione: Che cosa si intende per «fanfiction» e come sono nate?
Come alcuni forse già sapranno, le fanfiction esistono da ben prima dell’avvento di Internet e dei siti che tutti conosciamo oggi. Benché il termine moderno sia di più recente adozione, se allarghiamo un po’ i nostri orizzonti si può riconoscere che sin dai tempi delle civiltà antiche alle persone è sempre piaciuto prendere storie altrui e rielaborarle a modo proprio: basti pensare a quante diverse versioni di una stessa storia esistano nel folklore di ciascun popolo. Andando avanti nel tempo, però, gli esempi diventano ancora più eclatanti, come nel caso del Don Chisciotte.

Dopo la pubblicazione dell’opera nel 1605 a Madrid, infatti, questa ha riscosso un tale successo tra il pubblico che uno di loro, un tale che si firmava Avellaneda, per rispondere al desiderio degli altri lettori, pubblicò nel 1614 un “sequel” della storia. Miguel de Cervantes fu molto infastidito da questa cosa, ovviamente, perché di fatto si trattava di una violazione della sua paternità sulla storia; voleva essere lui l’unico a poter decidere il destino del suo eroe, quindi di rimando scrisse e pubblicò nel 1615 la seconda parte “ufficiale”, nella quale raccontava tutte le avventure del protagonista fino alla sua morte, per assicurarsi che nessuno continuasse più la storia.
A quel tempo fu fortunato, non c’è che dire, visto che oggi neanche la morte dei nostri personaggi preferiti ci ferma dal produrre versioni alternative della storia originale – anzi, spesso tale evento è il principale catalizzatore della scrittura di fanfiction!
Potrei proseguire con altri esempi, ma magari questo lo riserviamo a una versione più estesa e ancora più formale di questo articolo (o magari a qualche uscita più specifica, se può interessarvi – non esitate a chiedere!). Per adesso, è meglio fare un passo avanti verso la fanfiction come la intendiamo oggi. Quest’ultima inizia a diffondersi in particolare durante gli anni Sessanta, soprattutto nell’ambito di serie popolari come Star Trek e The Twilight Zone. Tuttavia, il fenomeno è diventato oggetto di studio solo più recentemente, verso l’inizio degli anni Novanta, quando Henry Jenkins ha affermato che le comunità di fan sono parte integrante di quella che lui definisce «cultura partecipativa». Lo stesso Jenkins è stato anche il primo ad allontanarsi da quella concezione secondo cui la fanfiction sia, per definizione, un’opera che manchi totalmente di originalità, riconoscendo invece che alcune declinazioni di questa attività sono di fatto il risultato di grandi capacità creative e di rielaborazione delle informazioni in modo imprevedibile. E, se vogliamo, questo ci fa già intendere con che tipo di lavori abbiamo a che fare: racconti che vanno oltre la storia canonica, oltre un universo stabilito e finito, per esplorare vie alternative, oppure reinventare completamente le regole e le vicende che la caratterizzano. Come in ogni genere, c’è chi le apprezza e chi no, chi preferisce godersi un’opera solo per ciò che è, e non per ciò che potrebbe essere; ma c’è anche chi invece ha adorato una storia a tal punto che, una volta che questa è terminata, vuole di più: vuole vedere quei personaggi ancora una volta vivi attraverso altri occhi e in nuove circostanze. Ed è proprio questo desiderio fortissimo di espandere i mondi creati dai propri artisti preferiti, spaziando dalla letteratura e dal cinema, passando per la televisione, i videogiochi, i fumetti, persino personaggi famosi realmente esistenti, che si è arrivati dove siamo oggi, dove esistono tantissime risorse online che ospitano fanfiction di ogni genere e a disposizione di tutti.
I siti di fanfiction: gli archivi storici, le piattaforme mainstream, e i fandom più gettonati
Cominciamo a entrare nella sostanza, anche perché se no qui finisce che ci scrivo un saggio (magari in un prossimo futuro…).
Dall’avvento delle fanfiction online – verso la fine degli anni Novanta – fino a oggi, le piattaforme su cui scrivere e leggere fanfiction si sono moltiplicate a vista d’occhio, e continuano a crescere. Cerchiamo quindi di conoscere quelle principali, di cui si chiacchiera più spesso.
All’inizio si sfruttavano perlopiù mailing list, discussioni nei forum o piccoli archivi creati ad hoc, ma ben presto i contenuti sono diventati così tanti che sono nati colossi come, ad esempio, Fanfiction.net e Archive of Our Own (AO3) (questi due rispettivamente nel 1998 e nel 2008). Inutile provare a contare con precisione l’enorme mole di dati conservata in ciascuna piattaforma, e quanti generi diversi riescano a coprire, dal momento che questi cambiano ogni singolo giorno.


Guardando al panorama italiano, non si può non menzionare un vero e proprio pilastro del genere, ben noto a chi bazzica nel mondo dei fandom da prima dell’esplosione del fenomeno internazionale di Wattpad. Sto parlando ovviamente di Efp Fanfiction. Basta dare un’occhiata ai numeri nell’immagine qui sotto per capire quanto questo sito sia popolato di lavori e utenti, grazie alla sua lunga storia che è cominciata nell’ormai lontano 2001.

Nota autobiografica: è stata proprio questa la risorsa che mi ha introdotta al mondo delle fanfiction. Anche quando ha smesso di essere utilizzata dai più, sono sempre tornata a sbirciare fra le mie storie e quelle che ho letto da altri utenti. Quest’anno sono stata così presa dalla nostalgia che ho tradotto in italiano un paio di fanfiction che avevo pubblicato in inglese su AO3 e le ho condivise anche su Efp – così, per riprovare quel brivido di editare l’HTML del testo, creare un banner su un vecchio programma di grafica, sperare di vedere quel numerino delle recensioni passare da 0 a qualunque altra cifra (spoiler: siccome scrivo in fandom “fantasma”, quel numerino è ancora 0).
Ognuno di questi ha le sue impostazioni e piccole varianti di genere o tipologia di fanfiction, ma la sostanza è sempre la stessa: di solito ci sono filtri per ricercare fra le categorie che più ci interessano, a partire dal fandom fino ad arrivare ai trope più specifici, in alcuni casi in cui le opzioni sono più avanzate (es: coppie/personaggi presenti, tag specifici, genere, rating…).
Negli anni sono nati anche archivi specifici per alcuni fandom più grossi. Per esempio, ricordo che ne esisteva uno sui One Direction (ora non c’è più); ne esistono ancora un sacco su Buffy l’ammazzavampiri (es. Twisting the Hellmouth), c’è Narutofic, o ancora Twilighted, e molti altri.
Oltre agli archivi e ai forum, però, un sacco di persone hanno condiviso fanfiction (e continuano a farlo) anche attraverso piattaforme come Tumblr, LiveJournal (mi sento vecchia), Quotev, e via dicendo.
Prima ho citato anche Wattpad, che era nato già nel 2006, ma ha raggiunto il picco di popolarità a partire dagli anni fra il 2012 e il 2014. Anche questo merita una menzione, perché è la piattaforma che ha reso mainstream alcuni generi e nicchie in tempi più recenti; c’è anche da notare che questa si è evoluta ed è cambiata molto rispetto alle altre: adesso sembra aver puntato molto di più sulle storie originali, tant’è che ormai una buona parte dello scouting di alcune case editrici porta alla scelta di storie che sono nate proprio lì. Anche Efp ha sempre avuto una sezione ricca di storie originali di vario genere (fra cui la poesia, oltre alla narrativa), ma il suo successo è sempre rimasto molto più legato alla fan culture. La tendenza a condividere storie originali su queste piattaforme si è affermata però soprattutto in seguito al successo riscosso proprio da alcune fanfiction, tale che chi le aveva scritte ha deciso in certi casi di revisionarle completamente, cambiando nomi e qualsiasi altro riferimento al fandom di origine, per poi pubblicarle ufficialmente. Basti pensare ad After, divenuto anche una serie di film, oppure all’analogo caso di Cinquanta Sfumature di Grigio. O ancora, il tanto chiacchierato romanzo Alchemised, fresco d’uscita anche qui in Italia per Rizzoli. Persino il fenomeno di Wicked rientra sotto qualche aspetto nella definizione di fanfiction, se vogliamo.
Insomma, qualunque sia il modo in cui si vuole approcciare questo genere di storie, c’è ampia scelta fra i mezzi utilizzabili in qualunque momento: basta solo trovare quello che fa più comodo alle proprie esigenze.
Il fenomeno non sarebbe però tale senza i fandom massicci che lo hanno tenuto in piedi fin dall’inizio: fra i più attivi troviamo sicuramente Harry Potter, un caso in cui ormai si può dire che gran parte della community sia più legata agli eventi non canonici che a quelli della saga originale; i pionieri già citati Buffy e Twilight contano milioni di fanfiction su tantissime piattaforme diverse; o ancora, gli artisti musicali, dove i One Direction e Justin Bieber hanno spianato la strada a milioni e milioni di fanfiction sui BTS e altri gruppi k-pop, a oggi una delle categorie più prolifiche. Molto popolate, anche se forse più di nicchia, sono anche le community di anime e manga o serie d’animazione e videogiochi. Insomma, ce n’è per tutti: qualsiasi sia il prodotto mediatico che vi interessa, sicuramente troverete sempre qualcosa da leggere (e quando non lo trovate, potrebbe venirvi voglia di inaugurare voi stessi la categoria). Non vi resta che scoprire i generi che vi piacciono di più!
I sottogeneri della fanfiction
Come ogni forma di espressione creativa, anche la fanfiction ha i suoi sottogeneri. Al di là di quelli comunemente noti in letteratura, ci sono delle modalità di scrittura e conseguenti nomenclature che sono distintive di questo genere. Vediamo alcuni esempi.
- Prima di tutto, le fanfic possono essere caratterizzate in base al numero di parole: le drabble, ad esempio, sono storie brevissime, con una media di 100 parole al massimo. Simili sono le flashfic, leggermente più lunghe, ma comunque non classificabili come one shot, che invece sono paragonabili a racconti brevi da un solo capitolo e di lunghezza variabile. Le long fic sono invece tutte quelle storie più lunghe di un capitolo (alcune arrivano persino a più di un centinaio di parti!).
- Altre tipologie di distinzione riguardano il contenuto: i famosi crossover comportano generalmente la “fusione” di due universi già esistenti (ad esempio: Harry Potter nel mondo di Star Wars), che può avvenire su più livelli e avere molteplici declinazioni diverse; simile è il concetto di AU (Alternate Universe) dove i personaggi di un universo si ritrovano immersi in una realtà differente dalla loro (ad esempio: i vampiri di Twilight sono completamente umani e lavorano per un’agenzia investigativa; Sherlock Holmes gestisce un caffè letterario; Harry Potter fa il fioraio; e via dicendo). Poi ci sono anche le songfic, che invece sono delle storie di uno o più capitoli i cui temi o atmosfere sono ampiamente ispirati a canzoni (ad esempio: una fanfiction dove ogni capitolo richiama il titolo o il testo di una canzone di Taylor Swift – cantante molto gettonata in questo genere, fra l’altro).
- Infine, alcune fanfiction possono avere un formato diverso dal semplice testo, presentandosi quindi come quello che oggi viene chiamato mixed media: è il caso, ad esempio, delle threadfic o socmed AU – che, tradotte in linguaggio umano, corrispondono a quelle fanfiction scritte in thread di post sui social media (come i tweet), oppure storie che sono basate sul format dei social media stessi, come le social media AU, appunto, dove il lettore scopre i risvolti delle vicende leggendo i messaggi che i protagonisti si scambiano. Queste conversazioni sono spesso incorporate come veri e propri screenshot di chat e profili social, creati usando app apposite e includendo foto o altri contenuti multimediali a supporto della narrazione.
Quelli che ho citato qui sopra sono solo alcuni dei generi che si trovano nel mondo delle fanfiction, ma fatemi sapere se vi va di vedere qualche post più approfondito anche riguardo a questo tema (o se volete venire a parlarne voi con me su questi schermi).
I guilty pleasures, i vantaggi, il lato oscuro
Veniamo a un punto importante, quello che risponde (o almeno, ci prova) alla domanda del titolo: perché esistono le fanfiction?
Come già accennato, questa forma di narrazione nasce dal desiderio dei fan appassionati di continuare a leggere delle avventure dei propri personaggi preferiti, o di vederli proiettati in contesti completamente diversi da quelli in cui vivono nella loro opera madre. Come ha affermato anche Amber Benson, attrice interprete del personaggio di Tara Maclay in Buffy, nel suo contributo a Fic: Why Fanfiction Is Taking Over the World di Anne Jamison, “le fanfiction hanno spalancato una porta, e dato ai fan la possibilità di partecipare alla continuazione delle storie dei personaggi che amano.”1
Per approfondire ulteriormente, soprattutto per quanto riguarda il fenomeno come lo conosciamo oggi, si può affermare che una componente molto forte che spinge a creare e fruire di questo genere di storie è proprio quella romance: immaginare scenari sulle proprie coppie preferite (anche e in particolare quelle mai effettivamente realizzate nell’opera canonica) è un guilty pleasure nel quale più o meno a tutti piace indugiare ogni tanto, specie nel caso in cui un finale abbia deluso oppure non abbia realizzato tutto quello che ci si aspettava. In tal senso, il vero vantaggio che la fanfiction offre, secondo me, è la possibilità di rompere dei tabù magari considerati più “limitanti” nella letteratura canonica: pensiamo alla sperimentazione con la scrittura erotica (che forse in parte oggi è stata sdoganata proprio grazie alla popolarità acquisita dalle fanfiction) e all’esplorazione della sessualità e dei rapporti non convenzionalmente etero/cis/monogami. Non è infatti una sorpresa vedere che la maggior parte delle fanfiction esistenti abbiano come protagoniste coppie dello stesso sesso: esiste un numero spropositato di storie su certe ship fra membri di gruppi musicali, personaggi come Harry Potter e Draco Malfoy, Merlino e Re Artù o Sherlock Holmes e John Watson. Un po’ come nei romance moderni, questo tipo di scrittura è sicuramente dominato da pairing slash/yaoi (ovvero relazioni fra persone con fattezze reali oppure personaggi animati di genere maschile) – e qui si aprirebbe un altro discorso sulla controparte femminile, ovvero il femslash/yuri, a cui ho accennato nel mio articolo sui sapphic romance, ma non è questo il luogo né il momento per andare oltre.
Ritornando al punto principale: il fatto che si tratti di materiale “non ufficiale” tende a incoraggiare molti scrittori a osare di più con la penna, e spingersi oltre limiti che magari in un contesto originale avrebbero avuto più riserve a fare, per un motivo o per un altro. In un certo senso, “giustificare” certi contenuti come una semplice fantasia sui propri personaggi preferiti apre le porte per esplorare qualsiasi genere – anche quelli che di solito fanno più “paura” – senza essere presi troppo sul serio.
Io stessa ammetto che sono state proprio le fanfiction a tirarmi fuori dal blocco della scrittrice moltissime volte, proprio perché muovermi in mondi già “familiari” mi dava quella spinta a mettermi in gioco senza rimuginarci su più di tanto. E magari da quell’esercizio sono poi venute fuori idee per storie completamente originali che stanno iniziando a prendere vita. Muoversi in un mondo costruito da altri, capire come seguirne le regole o infrangerle, rimodellarlo oppure scriverne il sequel perfetto: a suo modo credo che sia un metodo come un altro per allenare l’immaginazione e la creatività. A tal proposito, anche nella cultura delle fanfiction esistono un sacco di challenge che spingono all’interazione fra autori e lettori e a scrivere basandosi su linee guida dettate dalla community stessa, che spesso sono un’esperienza molto stimolante nei casi in cui si è a corto di idee o ci si vuole mettere alla prova con un nuovo genere.
Come ogni fenomeno, però, anche le fanfiction hanno quello che si potrebbe considerare un lato più “oscuro”: oltre alla scarsa cura di alcuni testi, che può sicuramente essere un freno per qualche lettore (me compresa), ci sono tutta una serie di elementi dalla dubbia moralità che possono entrare in gioco, a partire dalle azioni, i feticci, o le descrizioni di alcuni personaggi: l’effetto cambia a seconda dell’intenzione che traspare dietro, come in ogni contesto, ma nelle fanfiction è forse più comune incorrere in tematiche che raramente verrebbero pubblicate “a cuor leggero” in forma ufficiale (vedi: inc*sto, c*nnibalismo, st*pri, ecc.). Diciamo che leggere i content warning è sempre fortemente consigliato, perché è più facile incorrere in elementi molto disturbanti e non sempre affrontati nel migliore dei modi. Un altro aspetto spinoso potrebbero essere i casi di plagio, anche se per plagio non s’intende ad esempio la semplice riscrittura dell’episodio di una serie TV, ma piuttosto la copia di altre opere originali non correttamente citate. Anche in questi casi valgono le regole relative al copyright, ed è per questo che molti autori scelgono di mettere dei disclaimer all’inizio delle loro opere, specificando l’uso di personaggi, temi ed eventi appartenenti ai loro autori originali, e sottolineando che il testo è scritto per puro intrattenimento, senza alcuno scopo di lucro. (Nota importante: scaricare e conservare una fanfiction per uso personale è possibile, ma stamparla e poi vendere le edizioni cartacee della stessa non lo è! Perché appunto si sta lucrando su un’opera che è scritta a partire dal lavoro altrui, il quale è coperto da copyright. Quindi, quando vedete fantomatiche edizioni cartacee della vostra fanfiction preferita online, anche se pubblicizzata come “non ufficiale”, fate attenzione: non comprate nulla e piuttosto segnalate! Mi premeva specificarlo perché l’ho visto accadere per davvero con una fanfiction molto popolare qualche anno fa, if you know you know).
Un genere a sé stante e legittimo?
Parliamo più nello specifico di legittimità: la fanfiction si può considerare un genere letterario a tutti gli effetti? È sicuramente una domanda spinosa, e non tutti concorderanno su quale sia la risposta “giusta”. Vi dico la mia: a me piace pensare che sia un tipo di scrittura come un altro, ma forse il bello (e ciò che lo contraddistingue dagli altri generi) è proprio il fatto che questo non si può praticare per lavoro, perché appunto non sarebbe legale; perciò è un’attività che nasce puramente dal desiderio di intrattenimento personale, dal bisogno di condividere una passione e di dare sfogo alle proprie fantasie. Una voglia di fare arte fine a sé stessa, nel senso più estetico possibile. E così si rientra in quello che ci piace definire come “scrivere per noi stessi”, ovvero senza l’obiettivo ultimo di pubblicare o trarre un profitto dal nostro lavoro, senza la smania di dover creare un prodotto commerciale, un aspetto che ha argomentato anche Andrea nel Labirinto di Parole #4.
Tanti scrittori di fanfiction, inoltre, prendono questa attività molto sul serio e, pur non ricevendo alcun ricavo, cercano di offrire alla community un prodotto di qualità, affidandosi anche a lettori beta, i quali talvolta si mettono a disposizione degli scrittori come veri e propri editor, sempre a titolo completamente gratuito. Questo per me è un’ulteriore dimostrazione che, oltre il puro scopo dell’intrattenimento, c’è comunque una forte voglia di migliorarsi e creare qualcosa con cura e passione.
Alcune opere arrivano a superare anche la lunghezza media di un romanzo originale, con conteggi dalle 400.000 parole fino ad arrivare a casi da capogiro che oltrepassano (anche di molto) il milione di parole. È sorprendente pensare a quante persone, grazie alla loro passione per un film, una serie TV, un libro, un cantante o un videogioco, ogni giorno si siedano da qualche parte, armate di carta e penna o di un laptop, e decidano di scrivere qualcosa per il puro gusto di farlo, sapendo di non poterne trarre alcun profitto economico, ma uno emotivo che vale abbastanza, e forse anche di più.
Il valore della community
Un ultimo punto che mi piacerebbe trattare è proprio il motore del fenomeno fanfiction: la community. Scrivere e leggere fanfiction è un’attività che unisce le persone, soprattutto da quando è diventato un fenomeno ampiamente diffuso online. In molti casi ho letto di qualcuno che ha scoperto il piacere della scrittura o della lettura proprio grazie alle fanfiction e ai pareri altrui: un altro lato molto interessante del pubblicare “a puntate” online (un po’ come si faceva un tempo coi romanzi sulle riviste). Grazie ai commenti e alle recensioni della community, infatti, l’autore può ricevere un feedback immediato sul suo lavoro e magari anche degli ottimi spunti per migliorare le uscite successive; non solo in termini di contenuto, ma anche e soprattutto di forma e di stile. Ho letto alcune recensioni così lunghe, dettagliate e ben argomentate che farebbero invidia a molte schede di lettura. E, ovviamente, un altro bonus è che fra una recensione e l’altra possono nascere anche splendide amicizie.
Un’altra cosa molto bella e che sto notando con piacere sempre di più ultimamente, sono quei fandom “veterani” all’interno dei quali alcune communities sono ancora attivissime, anche da più di un ventennio: un esempio recente l’ho scoperto quando mi sono imbattuta in Elysian Fields, un archivio di fanfiction dedicato alla coppia Buffy/Spike (“Spuffy”) di Buffy l’ammazzavampiri. Leggendo la bio di una delle admin della risorsa, ho scoperto che questa persona si è unita per la prima volta al fandom della serie cult nel lontano 2002; nel 2006 ha fondato l’archivio di fanfiction, poi per qualche anno l’ha lasciato in mano ad altri membri della community, mentre ha dovuto fare questa cosa che si chiama «crescere». Nel frattempo è diventata scrittrice ed editor e ha messo su famiglia, e alla fine nel 2020 è ufficialmente tornata a gestire la risorsa, con la stessa passione di un tempo. E vi dirò di più: sul suo profilo ha scritto più di 140 fanfiction e da quando è tornata si è messa a revisionare tutte le sue più vecchie per migliorarne la qualità per il suo pubblico! L’ho trovata una storia incredibile che mi ha fatto sorridere, perché mi fa pensare a quanto sia bello coltivare certe passioni e non abbandonarle mai definitivamente solo perché si diventa adulti, ma anzi riscoprirne la bellezza con occhi diversi e più esperienza alle spalle.
Conclusione
Ahimè, temo di dover tirare le somme, penso di aver messo già fin troppa roba nel pentolone, e ringraziate che non mi sia messa a fare una digressione approfondita su tutti i tag/tropes più assurdi di AO3 (again, se volete ci faccio un articolo a parte qualche volta – si sarà capito ormai che su questo argomento c’è ampio spazio per gli approfondimenti). Spero che questo articolo abbia stuzzicato la vostra curiosità riguardo al mondo dei fandom, oppure vi abbia intrattenuto almeno un po’ se siete già delle persone in fissa da anni con questa roba come me. Come scrivevo sopra, quest’anno sono stata così presa dalla nostalgia che ho addirittura ripreso in mano il mio vecchio account di Efp e, anziché limitarmi a riguardarlo con nostalgia come facevo di solito, ho condiviso un paio di fanfiction che avevo scritto più recentemente per AO3. Ce n’è stata una in particolare dove ho lasciato una nota dell’autrice (più lunga della flashfic stessa) in cui riflettevo proprio su questo aspetto. La condivido solo per voi persone nostalgiche come me – lo so che potete capirmi.
Oddio. Ma che succede? La risposta, in realtà, è davvero semplice: sono una grandissima nostalgica.
Qualche giorno fa ho riaperto il mio profilo qui, ho spulciato le mie vecchie storie
(e ne ho eliminate alcune “problematiche”, ops)e ho sentito riaffiorare tutti quei sentimenti che hanno fatto parte della mia prima adolescenza: l’ossessione per le ship del cuore, l’entusiasmo per gli aggiornamenti delle ff preferite, il “vecchio” Internet dove tutto era più semplice, dove l’intelligenza artificiale era normalizzata soltanto nelle distopie e la vera magia la facevano qualche codice html e dei banner carini. A proposito di banner: ho davvero riaperto GIMP nell’anno del Signore 2025 per crearne uno. Siate clementi per la qualità, sono un po’ arrugginita, ma cavolo, quanto mi era mancato! Non ne creavo uno da quanto, forse il 2014? Mamma mia. Mi sono sentita di nuovo una quattordicenne. Sì, sto parlando come un dinosauro, ma è un po’ quello che mi sento di essere, effettivamente. Anche se bazzicando sugli archivi di fanfiction anglofone su Buffy vedo che c’è gente ancora attiva dai primissimi anni 2000, e penso, WOW, tanto di cappello! (Sarà probabilmente la fine che farò anch’io, diventerò una di quelle cinquantenni che scrive ff sulle cose che la appassionavano da ragazza e indosserò con orgoglio il distintivo di Membro Veterano del Mondo dei Fandom™️.) […]E nulla, mi sa che se il mio mood rimarrà quello attuale mi toccherà tornare su questi schermi molto presto, per vostra
sfortuna! (Ma… c’è qualcuno effettivamente ancora qui? Oppure parlo con i fantasmi? Se ci siete, fatemi un fischio).
Prima della chiusura, però volevo farvi qualche domanda per alimentare la discussione! Quali sono i fandom di cui leggete/scrivete maggiormente fanfiction? Quali sono le vostre ship e trope preferite? Quali genere di fanfiction preferite (e quali invece odiate)? Quale genere vi ritrovate più spesso a scrivere (se lo fate)? Io personalmente amo (sia leggere, sia scrivere) i character study, i missing moments, alcuni tipi di AU, le song fic, le collezioni di drabble/flashfic che seguono un tema preciso… Invece evito tutte quelle contenenti le mie notp (coppie che non apprezzo), storie con violenza eccessiva al punto da essere non necessaria, alcuni kink che trovo un po’ troppo “strani” o non di mio gusto (soprattutto se taggati come dead dove: do not eat), triangoli amorosi scritti male, cose coi tentacoli, eccetera eccetera. Inoltre, ho ormai praticamente smesso di leggere le ff su persone realmente esistenti: sebbene riconosca le mie origini da fan dei One Direction, attualmente faccio fatica con storie di questo genere, mi fa troppo strano, quindi personaggi fittizi tutta la vita.
E per ultimo, a chi scrive: pensate che scrivere fanfiction vi abbia aiutato ad affinare il vostro stile, pur dovendo (quando necessario) rispettare i toni degli autori a cui vi stavate ispirando? Personalmente l’ho trovata una sfida super interessante, e un esercizio molto utile per testare vari registri e capire in quali riuscivo meglio e in quali meno. Fatemi sapere la vostra e in generale se questo piccolissimo approfondimento vi è piaciuto (continuano a venirmi in mente cose che mi sono dimenticata di ampliare – tipo come gli autori di fanfiction a oggi siano i più esposti al furto intellettuale da parte delle AI –, ma ho già sforato il limite di parole che mi ero autoimposta, quindi vi prego, piuttosto chiedetemi di scrivere altro! AAAAAAA).
Vi auguro un felice passaggio al nuovo anno. Ci rivediamo nel 2026!
Ariadne Taylor
The Last Writer
Fonti
Braida, Lodovica. L’autore assente: L’anonimato nell’editoria italiana del Settecento. Roma–Bari: Laterza, 2019.
Jamison, Anne Elizabeth. Fic: Why Fanfiction Is Taking Over the World. Dallas: Smart Pop, an imprint of BenBella Books, Inc., 2013.
Jenkins, Henry. Textual Poachers: Television Fans & Participatory Culture. New York: Routledge, 1992.
Yin, Kodlee, Cecilia Aragon, Sarah Evans, and Katie Davis. “Where No One Has Gone Before: A Meta-Dataset of the World’s Largest Fanfiction Repository.” In Proceedings of the 2017 CHI Conference on Human Factors in Computing Systems (CHI ’17), 6106–6110. New York: Association for Computing Machinery, 2017. https://doi.org/10.1145/3025453.3025720.
- Originale: “Fanfiction has pried open a door, allowing fans a chance to participate in the continuing storylines of the characters they love.” ↩︎







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