Recensione scritta da Claudia @lamensoladicla.
Ciao a tutti! Sono Claudia e mi piace leggere!
Questo è il modo in cui, più o meno, mi sono presentata all’apertura del mio profilo Bookstagram, @lamensoladicla, che si propone, essenzialmente, di dare voce a tutti i miei pensieri riguardo i libri, ma che vuole anche far scoprire nuove storie. In particolare, ci tengo tantissimo a supportare il mondo Indie, e nel mio profilo CE e autori che vi appartengono troveranno sempre un posto sicuro. Per questo, ringrazio infinitamente Ariadne Taylor per avermi dato questo spazio, e il @il_quindividuo che ci ha messo in contatto. Ma bando alle ciance, e diamo inizio a questa recensione. Il titolo è stato scelto insieme ad Ariadne e sono veramente contentissima di parlarne, perché si tratta di uno dei libri migliori che ho letto quest’anno: “Il Battito dell’Orologio” di Marta K. Destler (@thatshortwriter).
Vi riporto di seguito la trama:
Gli Orologi segnano quanto tempo separa due Anime Affini. Quello di Harriet, però, è rotto, ma lei è disposta a tutto pur di scoprire perché. Anche a superare le leggi del Tempo. Ma la scienza che tanto ama non le darà le risposte che cerca. Può l’amore trascendere il tempo?

Ovunque, anche a Cambrica, gli Orologi scandiscono il tempo che separa una persona dalla propria Anima Affine, o anima gemella; ma non quello di Harriet Seward. Nonostante segni sempre l’ora esatta, il suo è irrimediabilmente rotto, come nessun altro Orologio al mondo. Ormai si è rassegnata: è destinata a una vita senza la sua Anima Affine. Ma Harriet è determinata a diventare un’Orologiaia, per studiare la scienza di questi misteriosi oggetti e capire perché solo il suo è così, dovesse smontarlo pezzo dopo pezzo. Niente la terrà lontana dal suo sogno, non la famiglia men che meno le inflessibili leggi del tempo.
La sua ricerca sembra prendere una piega inaspettata quando si trasferisce in un appartamento impregnato di una storia intrigante ma fantasiosa. Lì, Harriet scoprirà che il suo Orologio non è l’unico a essere rotto. Di chi è quel vecchio rottame abbandonato in soffitta? E come fa l’Anima al suo interno a battere senza un proprietario?
Con l’irrazionale compagnia di uno sconosciuto che infesta i suoi sogni in un mondo in bianco e nero, Harriet dovrà espandere le sue ricerche. I suoi studi l’aiuteranno a risolvere il dilemma o dovrà fare i conti con una realtà in cui persino la scienza che tanto ama è incapace di spiegarsi una tale anomalia?
Soprattutto, può l’amore trascendere il tempo?
Vorrei partire innanzitutto dall’ambientazione: Cambrica, città magica dallo squisito gusto steampunk vittoriano, divisa fra i canaletti antichi ed enigmatici del borgo vecchio e l’inarrestabile ascesa delle ciminiere in quello nuovo (che all’inizio creerà non pochi problemi alla nostra protagonista). Le atmosfere di questo libro sanno affascinare il lettore, tra le illusioni del Moonlit Zeppelin, la misteriosa Clockwork House e la tranquilla Accademia, il tutto impreziosito dalla splendida penna dell’autrice che sa dare spessore sia all’interiorità dei personaggi che al mondo che li circonda. Mi sarebbe piaciuto esplorare ancora di più Cambrica e, fortunatamente, “Il Battito dell’Orologio” è solo il primo di una serie di romanzi autoconclusivi ambientati in questo luogo, dunque non vedo l’ora di leggere i prossimi!
Il concetto delle Anime Affini è alla base della storia ed è, secondo me, uno degli aspetti più interessanti, insieme alla concezione di “Destino” che si porta dietro. Il fatto che a ognuno all’età di cinque anni venga dato un orologio che segna quanto tempo manca all’incontro con “l’anima gemella” può far sembrare che, in fondo, abbiano tutti un “lieto fine” già scritto, che quando il timer arriverà a zero “vivranno tutti felici e contenti”.
(moodboard di @lamensoladicla)

Ma la realtà non sempre è così: non in tutti i casi l’Anima Affine è la persona con cui si passerà tutta la vita. C’è chi la perde, c’è chi la rifiuta o ne viene rifiutato, chi non può starci insieme per via delle pressioni sociali. È un po’ come un regalo che il destino ti fa: una volta arrivato può succedere di tutto.
Tuttavia, ad Harriet questo regalo non è mai arrivato, ha avuto solo la carta in cui doveva essere incartato a farle da doloroso monito. Ma stiamo parlando di una protagonista forte, caparbia, che, anche se rassegnata a non trovare mai la sua Anima Affine, sceglie di mettere al servizio la sua mente brillante per studiare l’unica cosa che il destino le ha lasciato: la carta. Harriet va contro tutto e tutti pur di realizzare il sogno di diventare orologiaia, ma, da donna di scienza, le sarà molto difficile tenere la testa sulle spalle con tutto quello che le sta per capitare.
Harriet, però, non sarà da sola nel suo viaggio. Ad accompagnarla ci saranno il protettivo fratello Albert, la sorellina Lilibeth, ingabbiata dalle convenzioni, l’inflessibile cugina Catherine, e gli amici di una vita, l’istrionica Mary Ann e l’eclettico Beckett. Credo che sarebbe sbagliato parlare proprio di “Found Family” per questo libro: Harriet una famiglia ce l’ha già fin dall’inizio, una famiglia unita più che dal sangue da un affetto reciproco e incondizionato. Certo, ci saranno scossoni, situazioni complesse, rapporti che sembrano sul punto di spezzarsi e poi ricucirsi, perché questa è la natura delle relazioni umane, e credo che l’autrice abbia fatto un lavoro magistrale nel mostrarne tutte le sfaccettature.
Ora però, è arrivato il momento di parlarvi del mio personaggio preferito in assoluto: il protagonista maschile di questa storia. Non posso dirne il nome perché sarebbe spoiler, ma stiamo parlando di un geniale inventore dal cuore tenero e la battuta pronta, dotato di una dolcezza e galanteria degne di un vero gentleman. Insomma, il classico tipo di uomo che trovi solo nei sogni.
La storia d’amore che lega i due protagonisti non nasce da un’attrazione istantanea, non è frutto di nessun impeto passionale, ma è un delicato e graduale conoscersi e accogliersi, un misto di piccoli (grandi) gesti e tempo di qualità passato insieme. Nonostante le sofferenze alle quali questi due sono stati sottoposti, ho amato ogni singolo momento che hanno passato insieme, e sono riusciti a sciogliere un pochino questo cuore spesso ingessato.
In conclusione, non aspettatevi continue scene d’azione, ma misteri e segreti, illusioni e colpi di scena, rapporti complessi e persone normali pronte a tutto per proteggere i loro cari, il tutto infuso da vibes cozy e autunnali e da una magia che scorre tra le pagine leggera ma costante, come il ticchettio di un orologio.
Spero di avervi convinti, o incuriositi almeno un pochino. Ancora tante grazie ad Ariadne per l’opportunità, e grazie a voi di avermi letta.
A presto!
NdR. Per oggi è tutto! Ancora grazie infinite a Claudia di @lamensoladicla che ha scelto Il Labirinto di Parole per condividere la sua recensione su questa lettura che sembra assolutamente fantastica (mi ha invogliata ancora di più a recuperarla il prima possibile!). Grazie anche al progetto #Quindie (di cui abbiamo parlato in questo articolo) per aver incoraggiato questa bellissima collaborazione. Uno shotout anche all’autrice de “Il Battito dell’Orologio”, Marta K. Destler, che trovate su IG come @thatshortwriter. Sul suo sito potete trovare maggiori informazioni sul suo romanzo e i link per acquistarlo: https://thatshortwriter.it/il-battito-dellorologio/.
Ora non ci resta che attendere la prossima occasione di rivedere Claudia su questi schermi, ma nel frattempo non dimenticate di seguirla su Instagram, dove potete trovare tutte le sue altre recensioni!
Ariadne Taylor
The Last Writer







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