Arcane: finalmente addio alla “Bury your gays” trope

We won (but at what cost?)

A una settimana dall’uscita dell’esplosivo terzo e ultimo atto della serie TV Arcane: League of Legends su Netflix, prodotto dello studio d’animazione Fortiche, mi ritrovo qui a parlarne. Anziché scrivere la solita recensione, però, oggi voglio fare un breve intervento su un aspetto di questa serie e in particolare di questa stagione, sebbene non sia assolutamente l’unico dei punti forti del prodotto (la lista è lunga). Diciamo che è anche un modo per non affrontare il dolore del finale (anche se avere in testa Ma Meilleure Ennemie h24 non aiuta in questo senso). I’m just coping (vi chiedo scusa in anticipo per il forte bilinguismo che troverete in questo articolo, la mia parte fangirl prenderà decisamente il sopravvento).

L’argomento potrà non interessare a tutti, ma ehi, mi sono ripromessa di scrivere qui sopra di ciò che mi sta a cuore e che ritengo importante (o che, più banalmente, mi piace e basta).

Sì, se non si fosse ancora capito, il fulcro della discussione oggi sono Caitlyn e Vi. Le due campionesse di League of Legends giocano un ruolo chiave nella serie sin dalla prima stagione e in questa seconda parte ci regalano momenti memorabili.

I’m feeling fantastic, f*cking fantastic

Arcane, 2×08 “Killing Is a Cycle”

Andiamo dritti al punto: la Scena™️ con la canzone pazzesca di King Princess, Fantastic (andate a streammarla, su) in sottofondo, virale su qualsiasi social, o meglio, in alcune nicchie specifiche di qualsiasi social. Una scena su cui sono stati fatti già così tanti meme, ma che in fondo porta anche a riflettere. Per la prima volta una serie animata ci porta una coppia lesbica CANON, che si bacia e fa se*so e, soprattutto, è ENDGAME, ovvero rimane insieme dopo il finale. Sì, tutto questo insieme! E tanti cari saluti al bury your gays trope (ovvero, quando i personaggi gay muoiono inevitabilmente alla fine della storia). Sì, nessuna delle due muore! Can you hear it too? *sapphics cheering in the back*

Chissà perché con lo yuri la gente si è sempre fatta così tanti problemi, mentre lo yaoi abbonda (quasi) indisturbato *coff coff misoginia coff coff lesbofobia coff coff*.

Una scena lunga (anche se… please, Fortiche, dateci la extended version, non tenetevela per voi), curata nei minimi dettagli, nei movimenti e nelle espressioni facciali più impercettibili, un gioco di sguardi che esprime amore incondizionato e complicità, unito alle risatine nervose nei momenti impacciati che rendono l’atmosfera generale ancora più realistica e carica emotivamente.

“Sì, okay, ma ora basta parlarne!”

Facendola breve: no. Mi va di parlarne. Se non ne parla qualcuno siamo punto e a capo. Sì, ma che ce ne frega?, chiederanno molti di voi (o almeno qualcuno fra i quattro gatti che leggeranno questo post). Eh beh, infatti frega proprio di più a chi deve fregare: a quella parte saffica della popolazione mondiale, che per anni nei media (e non solo) ha vissuto nell’ombra, vedendo solo nell’ultimo decennio un significativo aumento della rappresentazione su grande e piccolo schermo. Proprio una rappresentazione del genere rappresenta un primo, grande passo avanti verso una maggiore inclusione e una visione più positiva di quella che è l’esperienza queer, soprattutto da un punto di vista femminile. Un’ombra che pian piano si fa più chiara, e si lascia alle spalle anni di erasure, di stereotipi, di prodotti creati per il male gaze, di finali tragici e punitivi.

E sì, eravamo anche stanche di vedere questo tipo di relazioni rappresentate quasi esclusivamente in rom-com, coming of age, e altri film in cui l’esperienza saffica viene relegata a un ruolo marginale (es. coppia secondaria e poco approfondita, magari anche molto stereotipata) oppure invece analizzata esclusivamente sotto l’ottica dell’esperienza di esplorazione e accettazione di sé, andando a cristallizzare un genere come quello dei media LGBTQ+ come qualcosa che si concentra unicamente sulla scoperta di una diversità, di un’identità fuori dalla norma comunemente accettata, e quindi fa tutt’altro che normalizzare quella che dovrebbe essere vista semplicemente per quello che è: una relazione come tutte le altre, fra due persone che si incontrano, condividono il proprio vissuto, si piacciono, si innamorano e vivono una storia con tutti gli alti e bassi che caratterizza qualsiasi altra coppia sulla faccia della terra.

Ed eravamo anche stanche di raccogliere briciole, anche laddove queste venivano intenzionalmente lasciate, di una relazione che non vede mai realizzato il suo potenziale, vuoi per scuse legate alla trama, vuoi per semplice codardia degli scrittori.

E, ultimo e non meno importante, siamo anche un po’ stanche del continuo “confronto” con la dinamica Viktor-Jayce. Sono stata la prima ad apprezzare la loro relazione sin dai primi episodi, ma avrò letto centinaia di commenti ironici del tipo: “Who’s gayer, Caitvi doing it in a cell or whatever these two motherf*ckers [Viktor e Jayce] have?”. E per carità, so che sono fatti (quasi sempre) in buona fede e per scherzare, ma sotto sotto sembra quasi un pretesto per spostare l’attenzione sulla coppia yaoi (neanche esplicitamente canon) piuttosto che sulla yuri finalmente in primo piano. E per questo sono grata ai produttori per avergli lasciato un ruolo “secondario”, per una volta. Una volta vale già tanto. Poi una persona è libera di innamorarsi di qualsiasi ship, (lungi da me polemizzare su una cosa tanto banale!) e di sicuro Arcane offre delle ottime dinamiche oltre a quella di Caitvi (che è lecito non apprezzare per altri motivi), basti pensare a Ekko e Powder/Jinx. Semplicemente, non è questo il punto della mia riflessione, tutto qui.

Per chiudere…

Con le sue animazioni pazzesche, Arcane non si configura solo come una bellissima serie d’animazione, ma lascia la sensazione di una ventata d’aria fresca con la coppia Caitvi che si afferma protagonista in un prodotto mainstream, senza vivere nell’ombra di altre ship, senza alcuna ambiguità o inutili censure.

La trama potrà non essere stata trattata nel migliore dei modi in questo secondo e ultimo capitolo, anzi per certi versi sembrerà aver prediletto il fan service a discapito di una buona riuscita degli ultimi episodi che a tratti sono sembrati anche affrettati, ma oggi volevo prendermi questo spazio per portare l’attenzione su un aspetto di questa serie che secondo me ha e continuerà ad avere un impatto importante. E forse proprio grazie al fatto che adesso il prodotto ha attirato molti più fan rispetto ai tempi dell’uscita della prima stagione.

Per concludere, non ci resta che augurarci che anche altri nel mondo dei media seguano le orme di Fortiche in tale senso.

Spero che questa mia piccola riflessione faccia sentire qualcunə meno solə e che sia un po’ stimolante per chiunque legga in generale.

Ariadne

Lascia un commento

Ariadne Taylor

Come la principessa di Creta, possiedo un filo. Lei lo usò in un oscuro labirinto per liberare se stessa; io lo sciolgo in un labirinto di parole per liberare le mie storie.
Seguilo per scoprirle.